Short Selling: Definizione, Convenienza ed Esempi
Spesso nel trading online si parla di short selling come di un’attività di investimento speculativo potenzialmente profittevole ma… che cos’è esattamente lo short selling? E perché bisogna fare molta (ripetiamo: molta!) attenzione con questa tecnica di investimento?
Iniziamo con il rammentare che quando un investitore effettua short selling, non sta facendo altro che prendere in prestito azioni di una società da un proprietario, vendere le azioni prese in prestito al prezzo di mercato corrente, intascare il denaro derivante da questa attività di vendita. Tutto bene, si dirà. O, almeno, fino al momento in cui bisognerà estinguere il prestito.
Perché Fare Short Selling?
Per saperne di più bisogna tuttavia, per prima cosa, rispondere a una domanda banale e legittima: perché fare short selling?
Come forse è già intuibile, la speranza dietro lo short selling di un’azione (ma lo stesso vale per altri strumenti finanziari) è che il prezzo della stessa possa diminuire, permettendo così all’investitore di poter riacquistare le azioni ad un prezzo molto più basso rispetto a quello originario, e sostituire così le azioni prese in prestito, monetizzando la differenza.
Insomma, chi fa short selling va in controtendenza rispetto a quanto fanno gli investitori tradizionali, che acquistano un’azione oggi, nella speranza di poterla rivendere domani a un prezzo più alto. Con lo short selling l’investitore vende oggi un’azione non sua, nella speranza di poterla riacquistare a un prezzo più basso in futuro.
Dunque, come ci suggerisce eToro, broker regolamentato, come condizione basilare per una transazione di vendita allo scoperto, il venditore promette di sostituire le azioni prese in prestito, con un’operazione che si chiuderà positivamente o negativamente a seconda del differenziale tra il prezzo di apertura e di chiusura della posizione.
Facciamo un esempio!
Per capire meglio come funziona lo short selling, facciamo un esempio. Immaginiamo di voler fare short selling su 100 azioni della società Alfa, perché pensiamo che la prossima trimestrale sarà un disastro, e farà precipitare il prezzo delle azioni al ribasso.
Nel momento in cui prendiamo le 100 azioni Alfa dal nostro broker, quotate ciascuna con un valore di mercato di 10 euro, genereremo una vendita di 1.000 euro, che intascheremo come denaro contante. A questo punto, potrebbero aprirsi due diversi scenari:
- il prezzo delle azioni cresce a 11 euro. Per noi è un male, visto e considerato che per estinguere il prestito dovremmo spendere 1.100 euro, con conseguente perdita di 100 euro al termine dell’operazione;
- il prezzo delle azioni diminuisce a 9 euro. Per noi è un bene, visto e considerato che per estinguere il prestito spenderemmo solamente 900 euro, con conseguente utile di 100 euro al termine dell’operazione.
In realtà, però, i calcoli di cui sopra sono troppo semplicistici (ma li abbiamo comunque riportati per poter chiarire come funziona): si tenga infatti conto che con lo short selling bisogna pur sempre considerare l’esistenza dei dividendi e delle commissioni per l’apertura e la chiusura della posizione.
Un Meccanismo Pericoloso
A causa delle potenziali perdite illimitate che possono essere generate dallo short selling, i broker mettono alcuni limiti a questa pratica e, in particolar modo, prevedono che il trader depositi dei margini che facciano intendere al broker che si sarà in grado di estinguere il prestito qualora si desideri.
Dunque, nel caso in cui la perdita potenziale maturata nell’operazione stia diventando superiore ai soldi che il trader ha depositato sul conto di trading, il broker potrebbe chiamare l’investitore a effettuare dei versamenti integrativi (la c.d. margin call). In caso di mancata “azione” da parte del trader, il broker chiuderà automaticamente l’operazione evitando a entrambe le parti (broker e trader) delle perdite superiori ai soldi depositati sull’account.
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