Trading Online: i Rischi da Evitare a Fine Anno – Terza Puntata

rischi trading Hong Kong

Proseguiamo anche oggi nel nostro viaggio sui rischi che il trading online dovrebbe considerare nei prossimi mesi, con particolare riferimento all’evoluzione geopolitica internazionale.

Dopo aver trattato i rischi derivati dell’economia USA e i rischi derivati dal rallentamento dell’economia cinese, non possiamo oggi che occuparci di quanto sta avvenendo da diverso tempo a Hong Kong, con i disordini pubblici che sono oramai in corso da più di quattro mesi, e non accennano ad attenuarsi nonostante qualche cedimento da parte delle autorità della municipalità.

Iniziati con l’obiettivo di opporsi a una legge che avrebbero potuto permettere alle autorità di Hong Kong di estradare le persone nella Cina continentale, in realtà ora il movimento popolare che si è formato nella ex colonia britannica sta richiedendo istanze sempre più ampie, con i cittadini che desiderano che venga messa al lavoro la tanto attesa riforma immobiliare e che, contemporaneamente, temono il rafforzamento della mano di Pechino sulla città.

E così, su queste fondamenta, la violenza e le forti proteste hanno creato particolare scalpore in ambito internazionale, anche perché, in fondo, sembra che non vi siano molte possibilità che il responsabile dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, abbia voce sufficientemente forte per placare la rabbia.

I Rischi per il Trading: Hong Kong

Ricordiamo che Hong Kong è un centro essenziale per l’attività finanziaria e per il trading di una buona parte del mondo, e che la Banca dei regolamenti internazionali ha stimato che la città abbia supervisionato 437 miliardi di dollari in operazioni di cambio. Hong Kong è anche un’enorme fonte di esportazione, con il suo porto che è un hub fondamentale, e non solo per la macro area.

Evidenziamo altresì che il centro finanziario funge anche da porta d’ingresso e di uscita dall’economia cinese, con le banche che fanno confluire qui capitali provenienti da investitori internazionali. I continui disordini civili potrebbero, quindi, influenzare le economie di tutto il mondo, dato che il commercio è già profondamente turbato e gli investimenti stanno diventando più prudenti.

Considerazioni Finali

Le aziende occidentali potrebbero dunque pensare di assumere un atteggiamento più prudente nei confronti di tale destinazione. Sia sufficiente rammentare quanto accaduto in Cathay Pacific all’interno della quale, sotto la pressione di Pechino, l’amministratore delegato è stato costretto a dimettersi dopo che i dipendenti, compresi i piloti, erano stati parte attiva nelle proteste.

Se la Cina dovesse decidere di stringere ulteriormente la presa su Hong Kong, il futuro dell’accordo tra i due sistemi, in vigore dal 1997, potrebbe essere messo in discussione. Ciò potrebbe trascinare gli Stati Uniti nella contesa, con un allargamento delle criticità.

Dunque, i rischi per il trading derivati dalla crisi di Hong Kong sono attuali come non mai e bisogna continuare a prestare attenzione.

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