Coronavirus: Ecco Perché è Pericoloso per l’Economia Mondiale
Dopo il buco dell’ozono, i cambiamenti climatici, lo scioglimento dei ghiacciai e chi più ne ha più ne metta, il mondo è costretto a fare i conti con una nuova minaccia per l’economia mondiale.
Come abbiamo visto in un precedente articolo, parliamo del coronavirus, ovvero il nuovo virus a carattere influenzale che può causare danni all’apparato respiratorio e nel peggiore dei casi può portare anche al decesso.
Il virus, partito dall’Asia ha ormai raggiunto tutta Europa, è sbarcato in America, Africa e Oceania, praticamente ha toccato tutti i continenti tanto da costringere l’OMS a dichiarare lo stato di pandemia.
Non si conosce l’origine precisa del virus, alcuni dicono sia stato creato in un laboratorio di Wuhan, altri invece affermano che sia cominciato a circolare nel mercato del pesce della stessa città cinese.
Insomma non c’è ancora nulla di certo, né tantomeno si conosce la cura per questa brutta epidemia che sta mettendo a rischio la sanità mondiale.
E non solo. L’economia globale infatti è anch’essa minacciata dal Covid 19 e, continuando di questo passo, non è da escludere che ci ritroveremo di fronte ad un’altra grande recessione.
E stavolta sarà peggio della crisi economica mondiale avvenuta tra il 2006 ed il 2013.
Partiamo subito con l’economia che rischia di subire più danni di tutte, ovvero quella cinese. Innanzitutto il Paese asiatico è attualmente al di sotto della sua capacità produttiva, arrivata al livello più basso degli ultimi 20 anni.
Poi c’è l’export cinese, che è crollato. Nessuno vuole più i prodotti cinesi (e sta accadendo anche con quelli italiani) e su base annua il calo dell’export potrebbe essere tradotto in perdite da 50 miliardi di dollari.
Ridotte anche le catene di approvvigionamento merci, ovvero la Cina si trova attualmente in una situazione molto complicata, a mancare sono proprio i prodotti di prima necessità. E senza di questi, vivere diventa complicato.
Poi, ricordiamo che la Cina è anche un grande acquirente di materie prime. Il paese asiatico nell’ultimo anno ha importato ben 300 miliardi di euro di materie prime, ora si sta invece innescando una reazione a catena che ha già iniziato a colpire Australia, Brasile e Russia. Per i 3 Paesi infatti, la Cina rappresenta 1/3 delle esportazioni totali.
Conseguenze sui Mercati
Per non parlare della domanda di greggio, enormemente calata e in continuo trend negativo. Male anche per il turismo, che risulta essere il settore più colpito.
Al momento sono ben 128 i Paesi al mondo che hanno limitato (se non del tutto cancellato) i viaggi da e verso la Cina e l’Italia. E in tutto il mondo si contano 196 Paesi.
Bruttissimo colpo anche per la borsa, a prescindere da qualunque essa sia. La volatilità degli indici a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane non ha paragoni, mai era capitata una cosa del genere in tutta la storia della finanza.
In sole due settimane Piazza Affari ha perso oltre il 20% con i titoli di punta che continuano a perdere punti percentuali. Tra questi le azioni FCA, Poste Italiane, Leonardo (ex-Finmeccanica), Enel e tante altre.
Per Wall Street invece il calo è stato di circa il 18%, e risulta uno dei più rapidi di tutta la storia della borsa statunitense. Sono state settimane nere anche per la borsa di Parigi, e soprattutto per quella di Francoforte.
C’è da dire però che negli ultimi giorni si vede un piccolo spiraglio di luce per le borse europee che cominciano a risalire leggermente (tra 1 e 2%). Ma la volatilità continua e la borsa reagisce alle notizie riguardante i contagi e l’avanzata del Covid 19.
In Conclusione
Insomma, è ancora troppo presto per una ripresa (crescita) costante degli indici, non ci resta che aspettare.
In questi giorni di grande incertezza, dove ci è chiesto di stare a casa, non resta che cercare un po’ di ottimismo dalle buone notizie in arrivo.
Dai laboratori di tutto il mondo, con gli studi per un vaccino che proseguono a ritmi serrati, fino alla Cina stessa, con il virus in netta regressione (grazie soprattutto alle strette regole imposte dal governo locale).
Stiamo a casa, utilizziamo atteggiamenti responsabili per noi e per gli altri, monitoriamo i mercati: le cose potrebbero cambiare molto repentinamente.
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