Cosa sono i Market Maker e come Guadagnano Soldi?
La rapidità e la semplicità con cui è oggi possibile fare trading online, acquistando e vendendo titoli finanziari, o investendo in opzioni e materie prime, sono spesso date per scontate. Chiunque utilizza una piattaforma di investimento sul web, d’altronde, ben lo sa: basta effettuare un ordine con il proprio broker, e lo stesso sarà eseguito in pochi secondi.
Ma perché queste transazioni possono essere effettuate così rapidamente? Ebbene, spesso la risposta è da ricercarsi nei protagonisti del nostro focus odierno, i market maker: vediamo chi sono, di cosa si occupano e come fanno i propri soldi!
Market maker: cosa sono
Per capire cosa sono i market maker e che cosa fanno, compiamo un piccolo passo indietro per rammentare che ogni volta che un investimento viene aperto o chiuso, deve esserci qualcuno dall’altro capo della transazione che sia disponibile a realizzare l’operazione inversa.
Per esempio, se si desidera acquistare 1.000 azioni della società Alfa, è necessario trovare un venditore disponibile, e viceversa se si desidera vendere 1.000 azioni della società Alfa, è necessario trovare un acquirente disponibile.
Ora, è effettivamente molto improbabile che si riesca sempre a trovare qualcuno che si dichiari interessato a comprare o vendere il numero esatto di azioni della stessa società, allo stesso tempo, soprattutto nei mercati poco liquidi. Ed è qui che entrano in gioco i market maker.
Market maker: cosa fanno
Da quanto sopra, dovrebbe essere già chiaro quale sia il ruolo dei market maker, operatori che “creano” letteralmente i mercati per gli strumenti finanziari (da qui, d’altronde, il loro nome!).
Di norma questi operatori sono banche o società di brokeraggio, pronti, in qualsiasi momento della giornata di negoziazione, a soddisfare ogni domanda e ogni offerta. Si tratta di un ruolo molto positivo per gli investitori, considerato che in questo modo quando si inserisce un ordine di mercato per vendere le proprie azioni, si è certi che un market maker acquisterà gli stessi titoli da voi, anche se non ha un effettivo venditore dall’altro capo del “filo”. Lo stesso processo avviene quando si immette un ordine di mercato per l’operazione inversa.
Se quanto sopra è chiaro, dovrebbe esserlo anche che senza market maker ci vorrebbe molto più tempo per gli acquirenti e per i venditori per essere “abbinati” tra loro, riducendo la liquidità e potenzialmente aumentando i costi di trading per loro, considerato che entrare o uscire dalle posizioni sarebbe molto più arduo, soprattutto laddove non vi è grande liquidità.
Il che, in fin dei conti, ci conduce a una nuova riflessione: valutato che i mercati finanziari devono funzionare senza problemi perché gli investitori e i trader abbiano la giusta fiducia nel compimento delle transazioni di acquisto e di vendita, ne deriva che senza market maker, probabilmente ci sarebbero meno transazioni e i mercati nel loro complesso rallenterebbero il proprio dinamismo.
Sempre in termini di fiducia e di efficienza, precisiamo in questa sede che i market maker sono tenuti a quotare continuativamente i prezzi e i volumi a cui sono disposti ad acquistare e vendere. I prezzi saranno evidentemente uguali o simili a quelli disponibili sui mercati “ufficiali”, al fine di contribuire a mantenere la coerenza con gli stessi. In tempi di volatilità, gli operatori finanziari disposti ad acquistare e vendere a prezzi stabiliti aiutano a mantenere la “normalità” nel processo di negoziazione, e senza la loro presenza gli investitori potrebbero avere difficoltà ad entrare o uscire dalle rispettive posizioni.
Market maker: come fanno soldi
I market maker devono evidentemente essere ricompensati per il rischio che si assumono. Ad esempio, un market maker potrebbe acquistare le vostre azioni della società Alfa poco prima che il prezzo cominci a scendere e, magari, senza riuscire a trovare un acquirente disposto a farsi carico dei titoli. Per evitare questo, i market maker mantengono uno spread su ogni strumento finanziario che coprono, ovvero un elemento differenziale tra i prezzi di acquisto e di vendita che, sostanzialmente, consisterà nel loro compenso caratteristico.
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